L’epatite E è un’infezione virale trasmessa attraverso le feci e colpisce in particolar modo alcune aree del sud-est asiatico, Asia centrale, Africa settentrionale e occidentale e Messico.
Epatite E
Epatite E: cos’é?
L’epatite E, scoperta per la prima volta nel 1980 come entità distinta, è un’infezione virale causata dal virus HEV. Provoca infiammazione e danni al fegato e si manifesta con gonfiore riscontrabile quando i tessuti del corpo vengono danneggiati o infettati. Si trasmette attraverso la via fecale-orale, attraverso la catena alimentare e la zoonosi (trasmissione dagli animali all’uomo).
Il virus è classificato nella famiglia Orthohepevirus A ma è un unico membro di un genere separato denominato Hepevirus (da H epatitis E virus) della famiglia delle hepeviridae (Fauquet, 2005). Ha molte analogie con l’epatite A ed è una malattia auto-limitante, cioè che ha la capacità di estinguersi da solo dopo un periodo di tempo.
Tuttavia, l’infezione può diventare cronica, soprattutto nelle persone che hanno subito trapianti di organi. L’epatite E è diffusa in particolare nei paesi con standard igienici e sanitari bassi ed è insolita nei paesi più sviluppati.
La casistica maggiore è nella fascia d’età dai 15 ai 40 anni.
Sintomi
Il lasso di tempo in cui si può essere affetti dell’infezione prima di sviluppare sintomi è mediamente di 40 giorni (periodo medio di incubazione), con un intervallo da 15 a 60 giorni. I segni e i sintomi dell’epatite E sono simili a quelli di altri tipi di epatite virale acuta e lesione epatica. Loro includono:
- Febbre
- Fatica
- Anoressia
- Perdita di appetito
- Nausea
- vomito
- Dolore addominale
- Itterizia
- Urine scure
- Dolore al fegato
- Feci color giallo
- Dolori articolari
Fasi
In base alla fase prodromica, la malattia può evolversi in:
Infezione acuta
L’epatite acuta E è un’infezione a breve termine. Nella maggior parte dei casi, le persone riescono a recuperare e combattere l’infezione eliminando il virus. Solitamente il miglioramento senza trattamento farmaceutico avviene dopo diverse settimane.
Se l’infezione si risolve in meno di sei mesi l’epatite è classificata come acuta, mentre se i valori anormali durano per più di sei mesi, si classifica come epatite cronica. Il termine acuta ricorre quando si parla di epatite da causa virale (epatite virale acuta).
Infezione cronica
I primi casi segnalati di infezione da HEV cronica risalgono al 2008. L’epatite cronica E è un’infezione che perdura oltre i sei mesi e sopraggiunge quando il corpo non ha la forza di combattere il virus. L’epatite cronica E è sporadica e si verifica solo nelle persone con sistema immunitario debilitato.
L’epatite E può diventare cronica nelle persone che hanno subito un trapianto di organi, o in pazienti infettati da patologie pregresse come il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) e può evolvere verso la cirrosi epatica e l’ adenocarcinoma epatico.
Le donne in gravidanza hanno il più alto rischio di sviluppare epatite fulminante e le complicanze possono essere gravi. L’aborto spontaneo è comune e il tasso di mortalità per le donne nel terzo trimestre di gravidanza è pari al 20%.
Effetti collaterali
Aborto spontaneo
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) evidenzia che l’aborto spontaneo è comune in queste situazioni e il tasso di mortalità per le donne nel terzo trimestre di gravidanza è pari al 20 %. Lo sviluppo dell’infezione ha due fasi, la fase prodromica con i primi sintomi e la fase itterica, cioè quando la pelle comincia ad assumere una colorazione gialla.
Trasmissione
La trasmissione dell’HEV solitamente avviene per via fecale-orale, attraverso l’acqua potabile contaminata da feci degli esseri umani o degli animali da allevamento.
Ciò è più comune nei paesi in via di sviluppo con scadente qualità e controllo delle acque, in particolare nelle aree altamente popolate. Qualche volta insolitamente l’epatite E può essere trasmessa mangiando prodotti di animali infetti. In casi molto rari, una persona può contrarla da una trasfusione di sangue.
Il virus viene rilasciato dalle feci delle persone infette nelle reti fognarie ed entra nel corpo umano attraverso l’intestino. Nei paesi in via di sviluppo, dove predominano i genotipi HEV 1 e 2, la fonte più comune di infezione è la scarsa qualità e il controllo delle acque.
Invece nei paesi sviluppati, si sono accertati casi saltuari di genotipo HEV 3 a seguito del consumo di carne suina o di cacciagione poco cotta o cruda e comunque derivante da zoonosi da ratto, furetto, pipistrello, alce, visone d’allevamento e cammello. La trasmissione di origine alimentare del genotipo HEV 4 è associata anche al consumo di molluschi e crostacei in paesi come la Cina, Taiwan e il Giappone.
Sono stati riscontrati rari aggravamenti che degenerando diventano potenzialmente fatali. Per questo motivo quindi è fondamentale farsi visitare dal medico sistematicamente durante il periodo di infezione.
Genotipi di epatite E
Il genoma HEV è una molecola di RNA a senso unico a filamento positivo e di 7,2 kb di dimensione ed 4 genotipi 1, 2, 3 e 4. I primi due sono stati trovati solo nell’uomo. Tra diversi animali quali il maiale, i cinghiali e i cervi si diffondono i genotipi 3 e 4 ma senza provocare nessuna malattia e accidentalmente infettano l’uomo.
Il profilo clinico ed epidemiologico dell’HEV è diverso in base al luogo in cui si manifesta l’infezione. La diversità del profilo può essere attribuita generalmente ai genotipi virali che fluiscono in svariate zone del mondo.
Ognuno dei 4 genotipi che provocano le malattie nell’uomo ha proprietà cliniche ed epidemiologiche differenti sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati. I casi si prospettano normalmente in due modi:
- come grandi focolai e casi sporadici in aree in cui l’HEV è endemico (genotipo 1 in Asia e Africa, genotipo 2 in Messico e Africa occidentale e genotipo 4 in Taiwan e in Cina)
- come casi isolati in paesi sviluppati come gli Stati Uniti (genotipo 3) e solo recentemente, genotipo 4 ).
Caratteristiche | Genotipo 1 | Genotipo 2 | Genotipo 3 | Genotipo 4 |
Posizione geografica | Africa e Asia | Messico, Africa occidentale | Paesi sviluppati | Cina, Taiwan, Giappone |
---|---|---|---|---|
Percorsi di trasmissione | Da persona a persona fecale-orale a base acquosa | Fecale-orale a base acquosa | Di origine alimentare | Di origine alimentare |
Gruppi ad alto rischio di infezione | Giovani adulti | Giovani adulti | Adulti più anziani (> 40 anni) e maschi, persone immuno/compromesse |
Giovani adulti |
Trasmissione zootecnica | No | No | sì | sì |
Infezione cronica | No | No | sì | No |
Focolai | Comune | Su scala ridotta | Raro | Raro |
Distribuzione geografica
Tutto il mondo è coinvolto dall’infezione da epatite E che si dirama in due schemi ben diversi:
- in aree povere e con carenza e frequente contaminazione dell’acqua;
- in aree che possono avvantaggiarsi delle forniture di acqua potabile sicure.
Nei paesi a basso reddito con ridotto accesso agli approvvigionamenti idrici e alle risorse igieniche e sanitarie essenziali, la malattia è molto frequente.
In queste aree, la malattia si insinua sia come focolai che come casi episodici dando luogo a epidemie che solitamente seguono periodi di contaminazione fecale delle riserve di acqua coinvolgendo centinaia o migliaia di persone.
Le zone di emergenze umanitarie o di conflitto come aree di guerra, campi per rifugiati o popolazioni sfollate, sono il luogo ideale per il verificarsi e l’espandersi dei focolai specialmente quando la fornitura idrica potabile diventa una sfida.
La fascia di età tra i giovani adulti (15–35 anni), e gli uomini hanno maggiori probabilità di essere infetti rispetto alle donne. Il rapporto globale di mortalità oscilla dallo 0,2% al 4,9% ma questa percentuale può crescere considerevolmente nei gruppi a rischio, in particolare persone con patologie epatiche pregresse e bambini molto piccoli.
In molti casi, l’infezione da HEV non risulta nella diagnosi differenziale in molti paesi poco sviluppati in quanto i medici lamentano la mancanza di conoscenza e consapevolezza della malattia per carenza di strumenti diagnostici appropriati.
Diagnosi
Una diagnosi approfondita inizia con le analisi del sangue per un test di funzionalità epatica, e possibilmente delle feci per individuare specifici anticorpi o per rilevare il virus. Segue un esame fisico completo, durante il quale il paziente descrive i propri sintomi e il suo trascorso medico.
Forse più di altre malattie, la diagnosi di epatite E dipende in gran parte dall’anamnesi. Il medico presterà particolare attenzione ai distinti fattori di rischio e all’esame obiettivo informandosi dettagliatamente su:
- Recenti viaggi
- Esposizione ad acqua o crostacei contaminati da acque reflue
- Attività sessuale
- Uso di droghe per via endovenosa
- Farmaci
A livello di laboratorio il medico analizzerà anche:
- La presenza (o livelli elevati) di alcuni enzimi nel sangue
- Alti livelli di bilirubina
- Verifica dei globuli bianchi bassi
Ulteriori accertamenti sono possibili con un’ecografia addominale completa a ultrasuoni che può rivelare:
- fluido nell’addome
- danno epatico o ingrossamento
- tumori al fegato
- anomalie della cistifellea
Alcune volte il pancreas si presenta anche su immagini ecografiche e può essere un test utile per determinare la causa della anormale funzionalità epatica.
Una Biopsia epatica: il medico preleva un campione di tessuto dal fegato con un ago attraverso la pelle e non è richiesto un intervento chirurgico.
Questo test consente al medico di determinare in che modo l’infezione o l’infiammazione hanno influenzato il fegato. Può anche essere usato per campionare eventuali aree del fegato che sembrano anormali.
Sarà controllato il sangue anche per altri tipi di epatite, inclusa l’epatite A, B e C. I casi sono clinicamente difficili da identificare. Solo testando la presenza di anticorpi contro HEV o HEV RNA può essere avvalorata la diagnosi.
Al momento non esiste un test ufficialmente approvato per diagnosticare l’epatite E. In commercio, sia i test sierologici che quelli con acido nucleico sono disponibili ma la Food and Drug Administration (FDA) statunitense non ne ha approvato l’uso negli Stati Uniti. Il ricovero è indispensabile solo in caso di persone con epatite fulminante.
Prevenzione
Per evitare di contrarla, si consiglia di bere solo acqua potabile, mentre nei paesi in via di sviluppo, solo acqua purificata o bollita. Evitare carni crude o poco cotte, cibi non sbucciati come frutta, verdura e crostacei, che di solito vengono sciacquati in acqua.
È anche importante praticare una buona igiene e lavarsi spesso le mani con acqua calda e sapone in particolar modo dopo aver usato il bagno e comunque prima di preparare il cibo.
Ecco alcuni comportamenti da evitare assolutamente quando si viaggia in un’area in cui la malattia è frequente:
- bere acqua di rubinetto
- mettere cubetti di ghiaccio nei drink
- lavarsi i denti con acqua di rubinetto
- bere latte crudo
- mangiare carne e crostacei crudi
- mangiare frutta non sbucciata e verdure crude, comprese le insalate, se non sono state preparate personalmente.
Raramente le persone diffondono l’epatite E ad altri. Quando si viaggia in paesi in via di sviluppo o in aree sovraffollate con carenza di acqua potabile, il modo più semplice per evitare di contrarla è bere acqua in bottiglia, consigliata per tutto, dal lavarsi i denti al lavaggio di frutta e verdura al cucinare delle pietanze.
Un vaccino è in fase di elaborazione e non è possibile stabilire ancora se proteggerà o meno da tutti i genotipi dell’epatite E.
L’HEV si può prevenire con la vaccinazione HEV239 (Hecolin); è un vaccino ricombinante HEV contro il genotipo 1 e 4 che ha dimostrato di avere più del 95% di protezione contro il virus e di non procurare rischi per la gravidanza. Questo vaccino è ora disponibile solo in Cina ma nessuna nazione lo ha riconosciuto e utilizzato.
Trattamento
IL trattamento dell’infezione non prevede l’utilizzo di antibiotici. È opportuno seguire una dieta salutare durante la fase di guarigione. L’epatite E non necessita di particolari cure mediche e il corpo rimuove gradualmente l’infezione senza aiuto esterno. Il medico offre in genere raccomandazioni per sostenere il corpo durante la fase di ripresa dall’infezione.
Queste includono:
- mangiare una dieta variata ed equilibrata
- bere molti liquidi, in particolare acqua
- riposo
- evitare alimenti o bevande che irritano il fegato, come l’alcol e il fumo
Durante il trattamento è importante essere regolarmente seguiti dal proprio medico che può riscontrare eventuali alterazioni nel corpo registrandone la sequenza. Ulteriori esami del sangue e controlli fisici più frequenti possono verificarsi per valutare se il corpo può gestire l’infezione.
La prescrizione di farmaci specifici per la cura dell’epatite E si verifica in rari casi quando il medico diagnostica un’infezione insolitamente grave.
Accidentalmente una persona può richiedere il ricovero in ospedale fatta eccezione per i casi che implicano un’infezione da epatite E da parte di persone appartenenti a gruppi a rischio.
Leave a reply