Spesso vi sarà capitato di sentir parlare di intolleranza alimentare; in questo articolo andremo a scoprire cosa sia un’intolleranza alimentare, quali sono i sintomi, come viene diagnosticata e per ultimo in che modo è consigliato di trattarla.
Intolleranza alimentare
Cos’è un’intolleranza alimentare?
Prima di tutto, l’intolleranza alimentare è chiamata anche ipersensibilità alimentare e si riferisce alla difficoltà che una persona ha nel digerire alcuni alimenti specifici. È importante fare una distinzione tra intolleranza alimentare e allergia alimentare; infatti le allergie alimentari hanno la particolarità di innescare il sistema immunitario, mentre lo stesso non avviene per le intolleranze. Alcune persone di fatto soffrono di problemi digestivi dopo aver mangiato determinati cibi, anche se il loro sistema immunitario non ha reagito.
Gli alimenti che scatenano più frequentemente le intolleranze alimentari sono i latticini, i cereali che contengono glutine e in generale tutti quei cibi che causano l’accumulo di gas intestinale, come i fagioli e il cavolo.
Sintomi
I sintomi di intolleranza alimentare impiegano più tempo per manifestarsi rispetto ai sintomi tipici delle allergie;
I sintomi sono vari e possono includere:
- emicrania
- tosse
- mal di stomaco
Alcune intolleranze alimentari sono causate dalla mancanza di un particolare enzima. In particolare, il glutine è una delle cause più comuni di intolleranza alimentare.
Spesso, può risultare particolarmente difficile determinare se il paziente ha un’intolleranza o un’allergia; questo perché i sintomi spesso si sovrappongono.
Secondo alcuni esperti, quando si tratta di allergia, anche assumendo piccole quantità di un certo alimento, la sua assunzione provoca sintomi più o meno gravi come potrebbe essere il caos degli arachidi. Al contrario, quando si parla di intolleranza, piccole quantità di solito non sortiscono alcun effetto.
In particolare, l’esordio dell’intolleranza si verifica in genere diverse ore dopo aver ingerito il cibo o il composto incriminato e può persistere per diverse ore o giorni. In alcuni casi, i sintomi possono richiedere 48 ore per arrivare.
Alcune persone sono intolleranti a diversi gruppi di alimenti, rendendo più difficile per i medici determinare se potrebbe essere una malattia cronica o intolleranza alimentare; per questo motivo, identificare quali cibi sono i colpevoli può richiedere molto tempo.
I sintomi più comuni di intolleranza alimentare comprendono:
- gonfiore
- emicrania
- tosse
- naso che cola
- spossatezza
- mal di stomaco
- intestino irritabile
- orticaria
Cause
Esistono essere molte cause che possono collegarsi all’intolleranza alimentare, andiamo a scoprire quali più da vicino.
Assenza di un enzima
Gli enzimi sono necessari per digerire completamente gli alimenti. Se alcuni di questi enzimi sono mancanti o insufficienti, la corretta digestione può essere compromessa.
Gli individui che sono intolleranti al lattosio non hanno abbastanza lattasi, un enzima che scompone lo zucchero del latte (lattosio) in molecole più piccole che il corpo può abbattere ulteriormente e assorbire attraverso l’intestino. Se il lattosio rimane nel tratto digestivo, può causare spasmi, mal di stomaco, gonfiore, diarrea e gas.
Le persone con allergia alle proteine del latte hanno sintomi molto simili a quelli con intolleranza al lattosio; questo è il motivo per cui gli individui intolleranti al lattosio sono spesso ed erroneamente diagnosticati come allergici. I ricercatori dell’ospedale pediatrico e centro sanitario Mary Bridge di Tacoma, WA, hanno scoperto che l’intolleranza al fruttosio è comune nei bambini con dolore addominale ricorrente o funzionale. Quasi tutti gli alimenti richiedono un enzima per una corretta digestione; non a caso infatti, le carenze di enzimi sono una causa comune di intolleranza alimentare.
Cause chimiche di intolleranza alimentare
Alcune sostanze chimiche presenti negli alimenti e nelle bevande possono causare intolleranze, tra cui le ammine (derivati organici dell’ammoniaca) presenti in alcuni formaggi e la caffeina nel caffè, nel tè e nei cioccolatini. Alcune persone sono più sensibili a queste sostanze chimiche rispetto ad altre.
Tossine
Alcuni alimenti presentano sostanze chimiche presenti in natura e che possono avere un effetto tossico sugli esseri umani, causando diarrea, nausea e vomito. I fagioli crudi per esempio hanno aflatossine, micotossine prodotte da specie fungine che possono causare problemi digestivi estremamente spiacevoli. Al contrario, i fagioli completamente cotti non hanno questa tossina.
Quindi, le persone potrebbero chiedersi perché reagiscono ai fagioli dopo un pasto e non dopo l’altro; causa da ricondurre ai tempi di cottura dei fagioli.
Presenza naturale di istamina
Alcuni alimenti, come i pesci che non sono stati conservati correttamente, possono presentare un accumulo di istamina, composto azotato ampiamente diffuso nell’organismo durante lo stato di decomposizione. Un numero particolarmente elevato di persone è particolarmente sensibile a questa istamina naturale e sviluppa:
- eruzioni cutanee
- crampi addominali
- diarrea
- vomito
- nausea
Spesso i sintomi sono simili all’anafilassi (una forte reazione allergica).
I salicilati sono presenti in molti alimenti
L’intolleranza al salicilato, nota anche come sensibilità al salicilato, avviene quando un individuo reagisce alle normali quantità di salicilato ingerito. I salicilati sono derivati
dell’acido salicilico, che si trova naturalmente nelle piante come meccanismo di difesa contro batteri, funghi, insetti e malattie dannosi. Le sostanze chimiche si trovano in molti alimenti e la maggior parte delle persone può consumare alimenti contenenti salicilato senza effetti collaterali.
Tuttavia, alcune persone presentano alcuni sintomi dopo aver mangiato grandi quantità; di conseguenza, le persone che sono intolleranti al salicilato dovrebbero evitare cibi che ne contengono livelli elevati.
I salicilati sono presenti nella maggior parte dei cibi di origine vegetale, tra cui:
- frutta (in particolare nei frutti di bosco e agrumi che hanno livelli molto elevati di salicilati)
- verdura (in particolare nei pomodori)
- spezie
- erbe
- tè
- additivi aromatici
- Aromi di menta
- salsa di pomodoro
Tipi più comuni di intolleranza alimentare
- lattosio
- grano
- glutine
- caffeina
- istamina ( presente in funghi, sottaceti e cibo stagionato)
- additivi (come dolcificanti artificiali, coloranti o altri aromi)
Alcune persone hanno una reazione sintomatica dopo aver mangiato il pane, ma questo non è necessariamente un indicatore di intolleranza alimentare. Chiunque sospetti di avere un’intolleranza al glutine dovrebbe consultare un medico prima di rinunciare al glutine, in quanto i cereali possono essere una fonte importante di varie sostanze nutritive; privarsene senza dovuti accertamenti medici potrebbe causare dei problemi grevi nell’equilibrio fisico dell’individuo.
Un’altra causa di intolleranza negli esseri umani, viene riscontrata nel consumo di carne trasformata che può contenere nitrati (usati come additivi in carni in scatola, salumi, pesci marinati e a volte anche in prodotti caseari; salvo rare eccezioni gli alimenti a più alto tasso di nitriti e nitrati aggiunti sono proprio i salumi).
L’intolleranza additiva alimentare è un problema in costante crescita negli ultimi trent’anni, perché sempre più alimenti contengono additivi; non di rado, queste sostanze sono utilizzate per migliorare i sapori, rendere i cibi più attraenti e aumentare la loro durata. Esempi di additivi alimentari includono:
- antiossidanti
- coloranti artificiali
- aromi artificiali
- emulsionanti
- esaltatori di sapidità
- conservanti
- dolcificanti
Additivi
Tra le migliaia di additivi utilizzati nell’industria alimentare, si ritiene che un numero relativamente piccolo causi problemi; qui sotto abbiamo riportato un elenco degli additivi alimentari che sono maggiormente noti per causare reazioni “avverse”:
- Nitrati, noti per causare prurito ed eruzioni cutanee, in particolare le carni lavorate dispongono di un contenuto particolarmente elevato
- E621 (glutammato monosodico), additivo usato come esaltatore di sapidità e conosciuto per causare mal di testa
- Solfiti, usati come conservanti o esaltatori di cibo e comunemente usato nei vini statunitensi ed europei, che devono dichiarare sulle loro etichette se contengono solfiti a più di 10 parti per milione; uno studio tedesco ha rilevato infatti che circa il 7% delle persone ha un’intolleranza al vino
- Alcuni coloranti, specialmente carminio (rosso) e annatto (giallo)
Diagnosi
Come già menzionato, non è facile determinare se qualcuno ha un’intolleranza o un’allergia alimentare perché i segni e i sintomi spesso si sovrappongono; alcuni modelli nei sintomi possono aiutare un medico a distinguere tra i due. Nella stragrande maggioranza dei casi, i sintomi di intolleranza alimentare richiedono molto più tempo rispetto alle allergie alimentari.
Si consiglia ai pazienti di tenere un diario e annotare quali alimenti vengono assunti, quali sono i sintomi e quando sono comparsi. I dati nel diario possono aiutare un dietologo o un medico a identificare quali alimenti stanno causando reazioni avverse e quali misure adottare.
I test cutanei non sono affidabili al 100%.
Dieta di esclusione
Oltre all’intolleranza al lattosio e alla celiachia , non esiste un test accurato, affidabile e convalidato per identificare l’intolleranza alimentare.
Il miglior strumento diagnostico è una dieta di esclusione, conosciuta anche come dieta eliminatoria o diagnostica.
L’intolleranza agli alimenti regolarmente consumati può causare reazioni avverse che si incontrano l’una con l’altra; quando ciò si verifica, è difficile identificare quali alimenti sono da biasimare. Esiste un rischio più elevato di diagnosticare erroneamente una condizione o malattia cronica;
le diete di esclusione sono estremamente utili nell’isolare gli alimenti colpevoli poiché il cibo sospetto viene rimosso dalla dieta per un periodo prestabilito, di solito tra 2 settimane e 2 mesi. Se durante questo periodo le reazioni avverse si risolvono, diventa più probabile che il colpevole sia stato trovato. Inoltre, questo può essere ulteriormente confermato se viene poi reintrodotto e i sintomi ritornano.
I test o esami che il medico può consigliare per eventualmente escludere un’allergia sono:
Prick test cutaneo
Determina la reazione del paziente a un alimento specifico o ad una sostanza. Una piccola quantità del cibo sospetto viene posta sulla schiena o sull’avambraccio del paziente; la pelle viene poi punteggiata con un ago, permettendo a parte della sua sostanza di penetrare sotto la superficie della pelle. Dopo qualche minuto le persone allergiche reagiranno con una protuberanza sollevata della cute. Tuttavia, è bene specificare che i test non sono affidabili al 100%.
Esame del sangue
Misura i livelli di anticorpi ( in particolare immunoglobuline E); anche questi test non sono affidabili al 100% poiché la presenza di anticorpi potrebbe essere parte della normale risposta immunitaria e indicare tolleranza, piuttosto che una reazione avversa.
Il miglior trattamento attuale per l’intolleranza alimentare è quello di evitare certi cibi o di mangiarli meno spesso e in quantità minori, oltre a prendere integratori che possono aiutare la digestione.
Alcune persone hanno notato che se non assumono un cibo specifico per un po’, non hanno poi alcuna reazione quando lo reintroducono nuovamente nella loro dieta. Mantenere la tolleranza di un cibo che ha causato intolleranza è spesso una questione di sapere quanto a lungo astenersi, e quanto invece poterne mangiare quando viene reintrodotto. Poiché ogni persona reagisce in modo diverso, è necessario andare a tentativi e perché no, anche ad errori.
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